EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
Stagione in Corso
Prosa 

FAUST


ph Z. Xinwei
Locandina:

UNA RICERCA SUL LINGUAGGIO DELL’OPERA DI PECHINO

DI LI MEINI

BASATO SUL DRAMMA “FAUST: PRIMA PARTE” DI JOHANN WOLFGANG GOETHE

PROGETTO E REGIA ANNA PESCHKE

CONSULENTE ARTISTICO XU MENGKE

MUSICHE ORIGINALI COMPOSTE DA LUIGI CECCARELLI, ALESSANDRO CIPRIANI, CHEN XIAOMAN

SCENE ANNA PESCHKE

LUCI TOMMASO CHECCUCCI

COSTUMI AKUAN

MATERIALI SCENICI LI JIYONG

TRUCCO E ACCONCIATURE AI SHUYUN, LI MENG

COREOGRAFIE ZHOU LIYA, HAN ZHEN

CON LIU DAKE, XU MENGKE, ZHAO HUIHUI, ZHANG JIACHUN

MUSICISTI FU CHAYINA (YUEQIN), VINCENZO CORE (CHITARRA ELETTRICA ED ELABORAZIONE ELETTRONICA), WANG JIHUI (JINGHU), NIU LULU (GONG), LAURA MANCINI (PERCUSSIONI), GIACOMO PIERMATTI (CONTRABBASSO), WANG XI (BANGU)

EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE/ CHINA NATIONAL PEKING OPERA COMPANY

SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE LISTITUTO CONFUCIO

spettacolo in lingua cinese con sovratitoli in italiano


Date e Info: da giov. 24 a sab. 26 novembre (ore 21), dom. 27 novembre (ore 15.30)

Scheda:

avvolgente, emozionante viaggio musicale tra Oriente e Occidente 
Massimo Marino, “Corriere di Bologna”

Partendo dalla suggestione di uno studioso cinese di letteratura germanica che nel 2010 ha affermato “Goethe sente, pensa e agisce come un poeta mandarino cinese”, la giovane tedesca Anna Peschke, allieva del celebre regista teatrale e compositore Heiner Goebbels, costruisce il suo secondo lavoro basato sullo studio del linguaggio dell’Opera di Pechino (dopo un Woyzeck, presentato a Pechino e a Francoforte). La produzione è frutto della fortunata collaborazione avviata da Emilia Romagna Teatro Fondazione con la China National Peking Opera Company.

Questo inedito Faust è composto in versi da una drammaturga cinese e ha la partitura originale di un musicista cinese, che lavora su modalità melodiche tradizionali, e due compositori italiani di contemporanea e elettronica. Con un gruppo di giovani, straordinari interpreti cinesi, nei preziosi costumi e vistosi trucchi tradizionali, accompagnati da un ensemble di strumentisti sia italiani che cinesi, la Peschke inventa un’estetica completamente nuova, capace di rapire letteralmente lo spettatore.

L’Opera di Pechino, inclusa dall’UNESCO nella lista del “patrimonio culturale mondiale intangibile”, non solo combina canto e recitazione, come avviene nell’opera occidentale, ma comprende anche danza, arti acrobatiche e marziali: i suoi performer possono raccontare un’intera storia con i movimenti. Così li descrive Marcel Marceau nel 1955: “artisti giunti come da un altro pianeta sfidano le leggi di gravità: uomini o, meglio semidei, demoni, camaleonti”.

emiliaromagnateatro.com


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