scritto e diretto da Claudio Tolcachir
con Giulia Lazzarini, Sergio Romano, Pia Lanciotti, Josafat Vagni, Paolo Mazzarelli
scene Paola Castrignanò
costumi Gianluca Sbicca
luci Luigi Biondi
regista collaboratrice Cecilia Ligorio
PRODUZIONE TEATRO DI ROMA - TEATRO NAZIONALE
giovedì 16 ore 20,30
WikiBonci
introduzione allo spettacolo a cura di Altre Velocità
progetto "Un invito al Teatro - No limits": lo spettacolo di domenica 19 sarà audiodescritto per non vedenti e ipovedenti
Per informazioni e/o prenotazioni è possibile contattare il Centro Diego Fabbri di Forlì info@centrodiegofabbri.it tel. 0543 712819
Scritto e diretto dall’astro della scena teatrale argentina Claudio Tolcachir, Emilia porta in scena una delle attrici italiane più amate e apprezzate di sempre, Giulia Lazzarini, nel ruolo della balia che dopo anni rincontra il bambino che aveva allevato. L’evento provoca rigurgiti di un passato difficile da digerire, che contamineranno ineluttabilmente il terreno già compromesso delle apparenze e dei sorrisi.
La storia trova ispirazione in un frammento autobiografico dello stesso autore e regista. Un viaggio in auto condiviso da Tolcachir con la donna che si era presa cura di lui in età infantile. Un incontro inaspettato, che il regista racconta in questo modo: “Emilia nasce il giorno del quarantesimo compleanno di mio fratello: ero andato a prendere in macchina la donna che per tutta la nostra infanzia era stata la mia tata. Non la vedevo da anni. In quel viaggio ha tirato fuori molte storie, aneddoti, memorie e ricordi che mi parlavano di un amore intatto. Immenso, incondizionato. Sembrava che ai suoi occhi tutte quelle cose fossero successe pochi giorni prima. Iniziai a pensare a quanto certe relazioni siano sbilanciate; a cosa succede a tutte quelle persone che dedicano la loro vita a prendersi cura di una famiglia nel momento in cui non c’è più bisogno di loro; a cosa resta nelle loro vite; a quale sia la responsabilità nei loro confronti”.
I personaggi di Emilia indossano la maschera della felicità, sostenendo un gioco impossibile che, attraverso i ricordi della balia, poco a poco finirà per mostrare quanto Walter, alter ego dell’autore e regista, fosse un bambino difficile da accudire. Diventerà sempre più evidente che le strutture emotive dell’infanzia di Walter interferiscono sulla sua vita. Di questa Tolcachir ritrae il lato più oscuro: il volto di un uomo violento e aggressivo, geloso oltremisura.
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