da un’idea di Giulia Minoli
drammaturgia Emanuela Giordano e Giulia Minoli
regia Emanuela Giordano
musiche originali Antonio di Pofi e Tommaso di Giulio
aiuto regia Tania Ciletti
con Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo
e con Tommaso Di Giulio (chitarre) e Paolo Volpini (batteria)
PRODUZIONE EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE – TEATRO NAZIONALE, TEATRO DI ROMA - TEATRO NAZIONALE, TEATRO STABILE DI
NAPOLI - TEATRO NAZIONALE, FONDAZIONE TEATRO RAGAZZI E GIOVANI ONLUS in collaborazione con Co2 Crisis Opportunity Onlus
lo spettacolo è parte integrante del progetto “Il Palcoscenico della legalità”
assistenti al progetto Ludovica Siani, Noemi Caputo, Luca Caiazzo
il progetto è promosso da Università degli Studi di Milano - Corso di Sociologia della criminalità organizzata, Fondazione Pol.i.s., Libera, Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Centro Studi Paolo Borsellino, Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, Fondazione Silvia Ruotolo, Italiachecambia.org
durata 1 ora e 15' di spettacolo+45' di dibattito con ospiti:
17 aprile Cesena - ore 21: Sara Paci Osservatorio Antimafia Provincia di Rimini
18 aprile Cesena - ore 10: Barbara Bastianelli Osservatorio Antimafia Provincia di Rimini
guarda il documentario premio speciale ai Nastri d’argento 2018 andato in onda su speciale Tg1
scarica il libretto dello spettacolo
Concepito inizialmente come opera-dibattito sulla legalità, lo spettacolo ha debuttato al Teatro San Carlo di Napoli nel 2012: da allora il viaggio è proseguito con successo in tutta Italia, sviluppando un progetto in cui la scrittura di scena ha seguito l’evoluzione dello sviluppo narrativo, approfondendolo.
Dieci storie proprio così è parte integrante di un progetto sperimentale di collaborazione tra teatri, istituti penitenziari minorili, scuole, università e società civile, “Il palcoscenico della legalità”. È una provocazione “ragionata” contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire. Racconta di vittime conosciute e sconosciute della criminalità organizzata, storie di impegno civile e riscatto sociale, responsabilità individuali e collettive, connivenze istituzionali e taciti consensi.
“Siamo partiti nel 2012 dalla memoria di chi ha combattuto contro la criminalità organizzata - affermano Emanuela Giordano e Giulia Minoli - e dalle esperienze già consolidate di contrasto alle mafie al Sud. Nel 2015 abbiamo parlato del presente, del radicamento delle mafie al centro Italia e di alcuni esempi di lotta all’illegalità. Con questo terzo atto vogliamo riflettere sul futuro, su come l’infiltrazione delle mafie anche al nord stia cambiando il profilo dell'Italia, su come questa ‘malacultura’ del sopruso ad ogni livello della vita sociale contamini le nostre vite. Vogliamo riflettere sugli strumenti che abbiamo per contrastare questo degrado: il potere di voto, il potere di acquisto, il potere di scegliere chi frequentare, il potere di educare, formare ed informare. Il potere di proporre e di osservare, di fare caso a ciò che ci circonda senza sconti di responsabilità.”
emiliaromagnateatro.com